MAURO ALGANON - residente a Asti

MAURO ALGANON (22 anni)

Mauro Avrebbe compiuto ventidue anni il 19 agosto, il minore dei tre figli di Aldo Alganon, un pensionato di Asti, ex camionista, la mattina del due agosto era con un amico alla stazione, nella sala d'aspetto di prima classe.

Come molti altri, pur viaggiando in seconda classe aveva trovato da sedersi solo lì, in attesa della coincidenza per Padova: "Mauro era partito la mattina presto da Asti, con un amico – ricorda il padre- Dopo Padova sarebbero andati a Venezia; avevano la passione per la fotografia e con le borse, si sono portati la macchina fotografica. Per non lasciarla incustodita si sono messi a fare i turni; uno usciva a prendere una boccata d'aria e l'altro restava dentro, nell'angolo della sala d'aspetto. L'amico di mio figlio ci ha detto di averlo lasciato lì, pochi minuti prima dello scoppio, perché era il suo turno di guardia: Mauro leggeva il giornale e infatti quando lo abbiamo rivisto, a Medicina legale, morto, era rimasto con le braccia così, come se tenesse il giornale aperto. Non aveva un graffio, sembrava che dormisse…”

La famiglia di Mauro viveva con la pensione del padre, e lo stipendio del giovane che lavorava come commesso in una libreria di Asti era l’unico aiuto.
La madre di Mauro ricorda commossa il figlio: "Era un bambino nato di sei mesi, aveva fatto tre mesi di incubatrice; era piccolo piccolo quando è nato. L’abbiamo salvato allora e l’abbiamo perso adesso.”

"Era un ragazzo bravissimo - ricorda la madre - sempre in casa, serio; aveva preso le ferie da una settimana ed era arrivato con un'ora di ritardo alla stazione di Bologna. Se il treno da Asti fosse stato in orario, forse Mauro non si sarebbe trovato lì a quell'ora. E' stato un appuntamento con il destino. Pensi che il suo amico, Franco Ponchione, quello che è uscito dalla sala d'aspetto prima dello scoppio, non s'è fatto niente. E' finito a terra, ma neppure una sbucciatura. E' stato lui a telefonare a casa, ai parenti, per dire che si era salvato, ma che di Mauro non sapeva più nulla".


Cit. Il Resto del Carlino