MAURO DI VITTORIO (24 anni)
"Mi permetto pure una colazione e all'una prendo il traghetto. Londra, eccomi. Faccio un giro sul traghetto e tre ore passano subito. Dover con le sue bianche scogliere mi sta di fronte" E' una delle ultime frasi che Mauro ha scritto sul suo "diario", un quaderno su cui aveva l'abitudine di annotare quando era in viaggio le tappe e gli incontri che faceva.
A Londra non era riuscito ad arrivare: al posto di frontiera la polizia inglese si informò dei suoi mezzi di sostentamento e scoperto che intendeva, per mantenersi, trovare un qualsiasi lavoro, saltuario, in Inghilterra, lo rimandarono indietro.
Il suo viaggio di ritorno e la sua breve vita, aveva solo 24 anni, si conclusero tragicamente a Bologna.
"Era un ragazzo come tanti, con ben precise idee di sinistra" lo descrivono i suoi parenti a Roma; un ragazzo che fino a soltanto pochi anni fa era rimasto molto chiuso in se stesso, ma che negli ultimi tempi si stava sciogliendo e trovava più facile il rapporto con gli altri. Un ragazzo generoso - dicono ancora - che se aveva in tasca 500 lire era capace di darne 400 agli amici che ne avevano bisogno".
Anche con quello che sperava di guadagnare in Inghilterra pensava di aiutare un amico, Peppe, con cui aveva incominciato il viaggio. Ma a Friburgo Peppe dovette fermarsi, aveva noie con la polizia per un biglietto non pagato. Mauro proseguì il viaggio da solo; "Peppe è molto abbattuto - scrive nel diario - perché non gli spiegano che cosa gli faranno, allora decidiamo che io vado in autostop e poi eventualmente gli mando i soldi da Londra".
A Torpignattara, nella periferia romana, la madre Maria, le sorelle Anna e Elide, il fratello minore Marcello lo credevano già in Inghilterra: aspettavano sue notizie da Londra.
E' venuta, invece, il 10 agosto, una telefonata della polizia che annunciava il ritrovamento della sua carta d'identità a Bologna.
L'11 agosto la notizia che quel documento era stato trovato fra le macerie della stazione.
Cit Fabio Negro