ANTONIO FRANCESCO LASCALA - residente a Reggio Calabria

ANTONIO FRANCESCO LASCALA (56 anni)
Come molti altri, Francesco, è morto per un treno in ritardo. La mattina del 2 agosto, Francesco Antonio, di Reggio Calabria, ex centralinista delle Ferrovie dello Stato, ormai in pensione, si trovava sul primo binario, in attesa del treno delle 11,05 che lo avrebbe portato a Fidenza e poi a Cremona per trascorrere qualche giorno a casa della figlia ventisettenne Vincenza, sposata con un portiere d'albergo, Osvaldo Ottoni.
Aveva preparato canne e mulinelli per dedicarsi, in compagnia del genero, al suo passatempo preferito, la pesca nei fiumi e nei laghi del nord.

"Quel sabato - racconta Domenico, il maggiore dei tre figli di Francesco Antonio - ho acceso la TV come ogni giorno per vedere il telegiornale dell'una. Quando ho sentito del disastro e ho visto l'orologio della stazione fermo sulle 10,26 mi si è raggelato il sangue; ho capito subito che a mio padre doveva essere successo qualcosa. Verso le nove e mezza, infatti, aveva telefonato da Bologna, per avvertirci che era arrivato con tre ore di ritardo e aveva perso la coincidenza, e per dirci di tranquillizzare mia sorella Vincenza nel caso si fosse allarmata per il suo mancato arrivo. Premuroso come era, se mio padre fosse scampato alla strage avrebbe sicuramente ri- telefonato a casa per metterci il cuore in pace.”

Francesco Antonio viveva a Reggio Calabria con la moglie Elvira, e il figlio minore Giuseppe, venticinquenne.

Il rione ferrovieri, dove i Lascala abitavano da parecchi anni, è un intrico di stradine e cortili, nato per dare alloggio ai dipendenti delle F.S.
Del povero Francesco Antonio si ricordano un po' tutti. Se ne parla come un uomo tranquillo, aperto ed affabile, sempre disposto alla battuta.
E così lo ricordano anche i figli.