ROSSELLA MARCEDDU - residente a Prarolo (VI)

ROSSELLA MARCEDDU (19 anni)

La morte in stazione a Bologna di Rossella, 19 anni, ha provocato una catena di disgrazie nella sua famiglia. Pochi giorni dopo, il nonno materno, di 76 anni, sconvolto per la tragedia della nipotina, si è schiantato con l'auto nei pressi di casa. Due giorni dopo questo incidente, il papà di Rossella, Vezio, ufficiale dei carabinieri in pensione, è stato colpito da paralisi. Da tempo soffriva di ipertensione.

A Prarolo di Vercelli la madre di Rossella, Maria annientata dal dolore, dopo la perdita della figlia, si trova a dover affrontare queste nuove sciagure. "Rossella - dice - era la gioia della casa. Sempre così piena di vita! Amava la vita tanto disperatamente che sembrava quasi sapesse di dover morire. Aveva tanti amici, e sono tanti quelli che la piangono qui a Vercelli".

Il fidanzato Fabrizio, campione di scherma, è inconsolabile: domenica 3 agosto, se le cose fossero andate come dovevano, l'avrebbe rivista, viva, nella sua casa di Nervi.

Rossella Marceddu era con papà e con la sorella Sabrina, di 16 anni, in vacanza al Lido degli Estensi. Rientrava prima degli altri a Prarolo proprio per raggiungere Fabrizio. Viaggiava con una sua amica, Arianna Raccanelli. Per far contento papà aveva lasciato la moto per il treno "un mezzo molto più sicuro”. A Bologna, aspettava sul quarto binario il treno che l'avrebbe condotta a Milano. La giornata era particolarmente afosa: Le ragazze erano già da molto tempo in attesa: Rossella disse allora all'amica che sarebbe andata a prendere qualcosa di rinfrescante al bar. I suoi non ne hanno saputo più nulla.

Arianna si mise subito in contatto con la sua famiglia; disse che era esplosa una bomba alla stazione di Bologna, che lei stava bene ma che non riusciva a trovare Rossella.

Rossella Marceddu, che aveva ultimato il primo anno di un corso per assistente sociale a Mortasa, fin da giovinetta aveva deciso di dedicare la sua vita alla cura dei bambini handicappati: un amore al quale non era mai venuta a meno. Così, i genitori devolveranno parte della somma di solidarietà a loro consegnata ad un istituto di Vercelli che si occupa dei bambini handicappati: la ricorderanno nel modo più bello, facendo ciò che lei stessa avrebbe fatto.

Cit. - Vittoria Calabri