ANNA MARIA BOSIO IN MAURI,CARLO MAURI,LUCA MAURI - residente a Como

ANNA MARIA BOSIO IN MAURI (28 anni)
CARLO MAURI (32 anni)
LUCA MAURI (6 anni)

Carlo, il padre; Anna Maria, la madre; Luca il figlio di 6anni: erano una famiglia felice che è stata spazzata via dalla bomba.

Il venerdì erano partiti in automobile da Tavernola, una ridente frazione di Como affacciata sul lago, per raggiungere un villaggio turistico a Marina di Mandria, in provincia di Taranto. In autostrada, quasi alle porte di Bologna, sono stati tamponati. Verso mezzanotte è arrivato il carro attrezzi che li ha trainati sino ad un'officina di Casalecchio: lì hanno passato tutta la notte in auto, alla meno peggio.

Carlo che si intendeva di motori perché era perito meccanico, aveva capito che si trattava di un guaio grosso: ne ha avuto la conferma all'apertura dell'officina. Una telefonata al villaggio per dire che sarebbero arrivati in treno e chiedere se qualcuno poteva andarli a prendere a Brindisi, poi, via di corsa in stazione. Sono arrivati in Centrale poco prima dell'esplosione, e sono morti tutti e tre, tra le macerie del primo binario.

Anna Maria ha lasciato a Tavernola i genitori Eliseo e Lida e il fratello Vittorio, di 26 anni, studente in medicina.
Carlo ha lasciato a Como soltanto i genitori Guglielmo e Giuseppina: era figlio unico.
Le due famiglie sono distrutte dal dolore; si aggrappano entrambe a Vittorio, che anche i Mauri considerano come un figlio.

Anna Maria e Carlo si conoscevano da sempre; sono stati battezzati nella stessa parrocchia di S. Fedele, a Como, dove poi si sono sposati e dov'è stato officiato il rito funebre.

La madre Lida, ricorda che la sua Anna Maria faceva la maestra e che il piccolo Luca sarebbe andato quest'anno in prima elementare.
"Ero in viaggio con gli amici in Puglia - racconta Vittorio - e, sapendo che sarebbero arrivati sabato sera, ero andato al villaggio per accoglierli. Mi hanno detto che sarebbero giunti alla stazione di Brindisi, quindi, sono corso là. Ho atteso fino alla mezzanotte; in ritardo, sono arrivati tutti i treni che erano partiti da Bologna prima delle 10,30. Non erano annunciati più arrivi fino alle 5 del mattino seguente. Ho chiamato i miei genitori, ma non ho detto subito tutta la verità, che viaggiavano in treno da Bologna, per non spaventare troppo la mamma". "Alle 6 di domenica - integra il racconto la signora Lida - mi sono alzata; avvertivo un certo malessere e ho detto a mio marito "sarà successo qualcosa". Poi, ho telefonato al villaggio e ho preteso di sapere la verità: è stato terribile apprendere che l'incidente era avvenuto nei pressi di Bologna, e non di Ancona. Come mi era stato detto in un primo tempo.”


Cit. Vittoria Calabri.