GIUSEPPE PATRUNO - residente a Bari

GIUSEPPE PATRUNO (18 anni)

Giuseppe, barese, il terzo di undici figli, la mattina del 2 agosto era alla stazione ferroviaria insieme al fratello Antonio, minore di un anno.
"Eravamo venuti qui in macchina - racconta Antonio che ha visto morire nello scoppio della bomba il suo compagno di giochi e di lavoro - da Rimini. Dopo aver passato due o tre giorni al mare, dormendo da amici, avevamo accompagnato a prendere il treno tre ragazze straniere conosciute durante le ferie.
<> aveva detto Giuseppe salendo in auto; e così siamo arrivati sul primo binario dove c'era proprio un treno che partiva per Basilea. Noi eravamo sulla destra delle sale d'aspetto, lontano dai vagoni, e per avvicinarci ci siamo avviati verso sinistra.
Giuseppe camminava in fretta, andava sempre di corsa lui. Io invece mi sono fermato e voltato indietro per aspettare un nostro amico che camminava lentamente.
A quel punto ho sentito un gran botto, poi sono svenuto e non ho visto più niente. Mi sono svegliato per terra, fuori della stazione, e mi hanno portato all'ospedale perché avevo la testa rotta. Giuseppe non l'ho visto fino alla sera, quando ho saputo che era morto".
"I ragazzi pensavano a noi, tutti e due - ha detto Alessandro Patruno - da quassù ci arrivavano ogni tanto i loro vaglia: facevano gli elettricisti e altri lavoretti, arrangiandosi per mangiare e mandarci un po' di soldi".

Cit. Renata Ortolani