GAETANO RODA (31 anni)
La vita di Irma Roda Dal Buono gira attorno ad un mazzo di chiavi piegate in due dalla violenza dell'esplosione: suo figlio, Gaetano, 31 anni, è stato ucciso mentre passava sotto la pensilina nell'attimo in cui la bomba è scoppiata. L'onda d'urto, i frammenti di pietra, l'hanno gettato contro il treno in sosta sul primo binario. Le chiavi le aveva nel taschino della giacca e adesso sua madre, una salute malferma, si chiede se suo figlio avrà sofferto nel momento in cui è stato ucciso.
Gianni, fratello maggiore di Gaetano, ha deciso di destinare i soldi della quota di solidarietà alla madre: "Mi serviranno per le medicine e i medici, per curare mia madre".
"Non si può descrivere il dolore che si prova quando muore un figlio - dice piangendo Irma- gli altri dolori si possono affrontare, forse è più facile farsene una ragione. Ma per un figlio che viene ucciso così, il dolore è indescrivibile, è come se continuamente si spezzasse qualcosa dentro, ogni ora, ogni minuto".
Irma non vuole più uscire da quella stanza. Lì c'è ormai tutta la sua vita. Quello che le resta da vivere, almeno.
Sul tavolo un pacco di lettere arrivate in questi giorni da Mirabello e da Ferrara. Sono amici d'infanzia di Gaetano che scrivono alla madre. Gaetano era appena stato assunto dalle Ferrovie come Capo stazione. Stava facendo il corso di tecnica pratica alla stazione di Bologna. Ogni giorno faceva il pendolare da Ferrara. Il 2 agosto, in una pausa dell'insegnamento, stava andando al bar per un caffè. Ma il destino lo ha fermato sotto la pensilina.
Cit. Giorgio Maio