ROMEO RUOZI (54 anni)
Romeo, era originario di Reggio Emilia, ma viveva da quarant'anni a Bologna. Era pensionato.
Lo piangono Giuseppina, la moglie, che è ammalata di cuore e non può lavorare; i due figli grandi, Onorio di 34 anni e Valeria di 30, entrambi sposati e residenti lontano: uno a Verona e l'altra a San Donà di Piave in provincia di Venezia. Infine c’è Roberta, quattordicenne, che è nata dopo molti anni di matrimonio, una figlia a lungo attesa, a lungo desiderata: era la "passione" del suo papà.
Romeo si trovava in stazione per accogliere la figlia Valeria, che veniva a prendere la sorella per un breve soggiorno a San Donà.
"Quando ho sentito dell'esplosione in stazione - racconta Giuseppina- ho avuto subito una paura tremenda. Il treno doveva arrivare soltanto alle 11,58, ma mio marito era sempre così previdente, così preciso. Poi non aveva telefonato. Da quando aveva avuto l'infarto, telefonava sempre per tranquillizzarmi. All'una ero quasi impazzita. Il papà di un'amica di Roberta, Alberto Rizzi, mi ha accompagnata a cercarlo prima al S. Orsola poi in Comune. Niente. Sapevo che aveva addosso i documenti, che erano nel borsello. Verso le 15 sono tornata a casa ed ho telefonato a mio figlio. E' arrivato dopo un'ora e mezzo".
Onorio ha girato da un posto all'altro quel terribile sabato. "E' andato persino all'obitorio - racconta la madre - ha visto tanta gente a pezzi ma non ha trovato mio marito. Alle 21,30, con una telefonata all'ospedale Maggiore abbiamo imparato che c'erano cinque salme da identificare, tutte di uomini. Onorio è andato. Sulle prime non è riuscito a riconoscere il padre: era sfigurato dalle ustioni.”
Giuseppina mostra il borsello che è stato recuperato fra le macerie. Lo custodisce gelosamente in una scatola, insieme alle cose che conteneva: qualche soldo, le medicine per il diabete, un referto medico, la pagella di Roberta, che era appena passata all'esame di terza media con "ottimo" e un giudizio altamente positivo (il papà se la portava sempre dietro, la mostrava orgogliosamente a tutti).
Giuseppina ritorna sulla fatalità che ha fatto incontrare al marito la morte alla stazione. "Mia figlia Valeria ha smesso di viaggiare in automobile cinque anni fa, da quando un mio nipote è morto in un incidente stradale. E' una donna fatta, con due figli già grandicelli, ma non per il suo papà. La andava sempre a prendere ogni volta che arrivava in stazione, e in anticipo, per farsi trovare pronto ad accoglierla quando scendeva dal treno".
Cit. Il Resto del Carlino