VITO ALES (20 anni)
Vito alle 10:25 di quel sabato doveva già essere a Cervia, dove stava recandosi come le scorse estati a lavorare come cameriere in una pensione. Invece il suo treno era giunto a Bologna in ritardo e al momento dello scoppio stava camminando sul marciapiede del primo binario, zaino e sacco a pelo sulle spalle, nei pressi di una cabina telefonica.
Quando la radio e televisione hanno dato la notizia della strage, i familiari di Vito, prima fra tutti la sorella Isidora di 23 anni si sono precipitati al telefono per chiamare gli amici di Vito a Cervia, ma non li hanno trovati.
Hanno rintracciato invece alcuni parenti a Firenze, i quali giuravano di aver ricevuto la telefonata del nipote che desiderava salutare la cugina in partenza per la Spagna, verso le 10:45 da Bologna, cioè una ventina di minuti dopo lo scoppio.
"Ripensandoci a mente fredda - racconta Isidora - era per lo meno strano che mio fratello avesse telefonato a quell' ora senza far cenno all'esplosione. Ma in quei momenti avevamo bisogno di aggrapparci in qualche modo ad una speranza, e fino alle due di sabato notte abbiamo continuato inutilmente a cercare notizie rassicuranti. La domenica mattina sono partita per Bologna con mamma e papà. Abbiamo girato tutti gli ospedali poi ci siamo decisi a far visita all'obitorio, dove ci è stato mostrato il corpo di Vito.”
A Piana degli Albanesi, dove viveva Ales, giovane diplomato operaio specializzato, con i suoi genitori e il fratello, c'è una forte amalgama all'interno della comunità albanese, nella quale si riconoscono quasi tutti i seimila abitanti di Piana. Ai funerali di Vito, celebrati con rito ortodosso nella chiesa di San Demetrio c’erano migliaia di persone.
"Era impossibile non voler bene a mio fratello - racconta Isidora - pochi mesi fa morì il padre di un suo amico, che vive coltivando un podere qui vicino. Il raccolto rischiava di andare in rovina, perciò Vito, insieme con altri giovani del paese, si è offerto di portare a termine la mietitura. E così hanno fatto, tutti insieme, senza chiedere alcun compenso".
Cit. Il Resto del Carlino