ONOFRIO ZAPPALA' (27 anni)
Il giorno dopo la strage in cui è morto, Onofrio Zappalà, (siciliano, da due mesi assunto dalle Ferrovie dello Stato come guardiano alla stazione di Porretta) avrebbe dovuto incontrare a Bologna la fidanzata Ingeborg, una maestra danese di 22 anni, che vive a Copenaghen, dove lavora in un asilo nido e studia pedagogia.
I due giovani si sarebbero poi recati per qualche giorno a casa dei genitori di Onofrio, a San'Alessio Siculo, un paesino costiero a metà tra Messina e Catania. Ad attendere Ingeborg c'era invece un agente della Polfer cui è toccato l'amaro compito di dare la tragica notizia alla ragazza.
I due fidanzati si erano conosciuti qualche anno prima sulla spiaggia di San'Alessio, dove Ingeborg era in vacanza. Un legame nato quasi per scherzo, ma che via via era diventato sempre più solido, al punto che Onofrio partì per Copenaghen, dove Ingeborg gli stava da tempo cercando un impiego. Sembrava anzi che ci fossero ottime possibilità per un lavoro in fabbrica. Ma una volta giunto in Danimarca, Onofrio seppe, attraverso i genitori, di essere stato convocato a Reggio Calabria dalle Ferrovie dello Stato per una visita di pre-assunzione. Quasi si era scordato della domanda che circa tre anni prima aveva presentato alle Ff.Ss. per ottenere lavoro.
La novità veniva a sconvolgere un po' tutto, e i due fidanzati ne parlarono a lungo. Alla fine, d'accordo con Ingeborg, Onofrio decise di accettare, e si trasferì a Porretta. Da sette anni era alla ricerca di un "posto sicuro", da quando cioè terminò il Liceo Classico per poi iscriversi alla facoltà di lettere dell'Università di Messina. Al secondo anno abbandonò definitivamente gli studi. In famiglia c'era bisogno di guadagnare, e Onofrio si adattò a qualsiasi lavoro: impiegato, fattorino e anche manovale.
A Porretta Onofrio si era trovato subito bene, grazie al suo carattere aperto e gioviale. I suoi compagni di lavoro, saputo della tragedia, hanno fatto quanto era possibile per aiutare il padre e la sorella, giunti a Bologna col primo aereo.
Il padre di Onofrio, Ilario non riesce a rassegnarsi. Con lui c'è la moglie Domenica, che già prima della morte del figlio soffriva di una forte depressione psicofisica. E' distrutta. Fino a qualche giorno prima, c'era con loro anche Ingeborg, che dopo i funerali è tornata in Danimarca.
Maria, la maggiore delle due sorelle di Onofrio, ricorda quel sabato. "Mio fratello - dice - stava aspettando un treno che lo portasse allo scalo di San Donato, dove da qualche tempo era stato distaccato. Pochi minuti prima dello scoppio due suoi compagni di lavoro lo avevano invitato ad andare a bere qualcosa, ma Onofrio non ne aveva voglia, ed è rimasto sul marciapiede del primo binario. I suoi due colleghi si sono salvati".
Cit. Il Resto del Carlino.