COLLOQUIO TRA RINANI E PRESILIO

Verso la fine di Giugno del 1980, all’interno dell’Istituto Circondariale di Padova, due detenuti entrambi appartenenti ad organizzazioni di estrema destra, prefigurano inquietanti scenari per l’inizio di Agosto dello stesso anno. In particolar modo, il 10 luglio 1980, il detenuto neofascista Vettore Presilio, dichiara al magistrato di sorveglianza, di essere alquanto inquietato da alcune confidenze che un altro detenuto, Roberto Rinani, detto l’Ammiraglio, gli ha fatto durante una conversazione. Roberto Rinani, infatti, fedele collaboratore di Massimiliano Fachini e, come questo, uomo chiave nella direzione strategica del gruppo neofascista veneto (“colonna padovana”), ritenendosi preoccupato per l’eccessiva attenzione dimostrata nei loro confronti da un giudice di Treviso, Giancarlo Stitz, svela a Presilio, suo amico e come lui frequentatore della sede dell’MSI all’Arcella, che i camerati hanno già messo a punto un piano per assassinarlo. Rinani entra anche nei dettagli e confida a Presilio che l’agguato è previsto per i primi di settembre e che si dovrà compiere con l’ausilio di una macchina camuffata come quelle della polizia. Ma le confidenze dell’”Ammiraglio” non finiscono qui. Aggiunge anche, infatti, che per Agosto è prevista una strage di tali proporzioni che ne parleranno le pagine dei giornali di tutto il mondo. A questo punto, Presilio, che presenta una concezione di lotta armata ben diversa dal suo amico camerata Rinani, decide di avvertire, il 1 luglio 1980, e cioè ben 33 giorni prima della strage, il suo avvocato, che a sua volta promette di fare avere l’informazione al dirigente locale della Digos. Presilio, ripetutamente, si raccomanda di “non prendere sottogamba” la soffiata. Tali dichiarazioni, vengono poi successivamente confermate da Presilio al pubblico ministero.
Verso la fine di novembre dello stesso anno, a quasi 4 mesi dallo scoppio della bomba alla stazione di Bologna, Presilio subisce una violenta aggressione in cella ad opera di alcuni uomini col viso coperto da sciarpe. Pochi giorni prima, l’Espresso aveva pubblicato, infatti, le dichiarazioni da lui rese ai magistrati, relative proprio a quel colloquio di fine giugno con Roberto Rinani. Presilio manifesta agli inquirenti la sua convinzione che l’aggressione sia avvenuta proprio a causa di quell’articolo dell’Espresso.


Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
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