Considerazioni sulla relazione dell'On. Pellegrino

(lette all'On. Pellegrino da Paolo Bolognesi il 14.2.96 nell’aula della Commissione stragi di Palazzo San Macuto, via del Seminario 76 Roma, presenti: Piccolini Lidia, Bolognesi Paolo, Milani Manlio, Pinto Lorenzo, Ricoveri Walter, Calabrò Antonio, Codazzi, Bonfietti Daria, Sola Paola; lette e depositate al Convegno di Milano "Strategia della tensione: colpo di spugna o verità" svoltosi il 17.2.96)

1.L’analisi di partenza, cioè quella di una nazione a sovranità limitata, è accettabile, ma non possiamo, con questa considerazione, messa in premessa, giustificare tutto ciò che è successo dopo, e soprattutto la classe politica le cui responsabilità sono eclatanti.
2.Se il nostro paese è a sovranità limitata è colpa soprattutto della classe politica che così facendo ha tradito la COSTITUZIONE non impedendo accordi sottobanco tra i vari servizi segreti e soprattutto permettendo con ciò di assicurarsi il potere per 50 anni.
3.La classe politica, nel suo complesso, viene assolta. Non viene analizzata la reale funzione del terrorismo, non viene mai esplicitato il compito politico che era stato assegnato all'eversione. Non viene mai messo in luce il ruolo della massoneria, praticamente non citata, se non nella sua componente piduistica. Non ci si sofferma più di tanto sull’entroterra dei terroristi di destra, sulla loro provenienza dalle file del M.S.I. o dalle sue organizzazioni giovanili, sulla ideologia che questo partito divulgava ai suoi iscritti e ai suoi simpatizzanti. Più di un generale con trascorsi di infedeltà alla Costituzione è finito nelle sue file. Che dire poi dell'on. Abbatangelo implicato nella strage del 904 e candidato anche nelle ultime elezioni del '94.
4.Gladio è un esempio lampante di sovranità limitata accettata supinamente dalla classe politica di governo dell'epoca. Tutto ciò ha avuto il suo tornaconto: il potere è rimasto per 50 anni nelle stesse mani. Per stessa ammissione della commissione, gli elenchi di questa organizzazione non sono arrivati in modo completo; alcuni elenchi, diversi incompleti, e le funzioni di questa organizzazione a tutt'oggi non sono chiari (compiti attribuiti/compiti svolti non possono ritenersi coincidenti). La relazione dà un giudizio negativo sia dal punto di vista politico e sia dal punto di vista della legittimità della struttura senza indicare i nomi dei politici che la vollero, la tennero nascosta e ancora oggi non l’hanno completamente svelata. A pagina 70 e 71 si considera la struttura non illecita penalmente e si condivide il giudizio assolutorio dell' AUTORITA' GIUDIZIARIA ROMANA. La struttura era anticostituzionale, ciò che l'ha fatta assolvere è stata una scarna informazione all'autorità governativa e all’autorità giudiziaria (mancano i nomi di costoro). GLADIO FU UNA DELLE DIVERSE RETI SEGRETE COSTITUITA CON ACCORDI TRA I SERVIZI SEGRETI. DA CHI DIPENDEVANO? QUALI POLITICI HANNO PERMESSO TUTTO CIO’?
5.Piano " Solo". Alla commissione non sono stati forniti gli elenchi degli enucleandi. Su questo fatto la commissione deve chiedere conto al governo, perché ancora oggi organi istituzionali politici e militari nascondono la verità.
6.Le stragi di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus, hanno avuto iter processuali scandalosamente inquietanti per opera dei servizi, di molti giudici dei tribunali e della Cassazione, tutti impegnati ad allontanare la verità; su quelle stragi vi è l'impunità più completa. Le responsabilità politiche sono state evidenti, responsabilità di chi allora era ai massimi vertici della politica italiana.
7.Piano di rinascita democratica. Lo schema operativo si sta rivelando estremamente attuale ancora oggi. Viene rilevato nell’analisi del caso Moro (quando si parla della doppia fedeltà di uomini dei servizi che avrebbero dovuto salvare uno statista che aveva progetti antitetici a quelli del piano), non viene però ripreso per l'analisi della strage di Bologna, ( cambio di strategia: non più finti golpe, ma penetrazione con persone fidate nei punti cruciali dello stato). Alcuni giudici lo mettono alla base del sistema di potere nato con tangentopoli. Ciò è completamente trascurato dal relatore, anche se cita costi ipotetici per comprare strutture ed inserire uomini negli apparati.
8.Terrorismo Rosso. Si asserisce che le brigate rosse erano infiltrate dal primo momento e ci si rammarica dello scarso materiale a disposizione. Perché non è stato fornito? Il terrorismo rosso è stato sconfitto nella sua componente militare, ma i livelli superiori sono ancora praticamente sconosciuti. La funzione stabilizzante, di questo tipo di terrorismo, per chi era al potere è trascurata nella relazione.
9.Caso Moro. Vengono valutate tutte le anomalie e si arriva alla conclusione che la verità non sia ancora totale. Si prendono in esame le varie situazioni, durante il sequestro, durante la prigionia, l'andamento delle indagini e si traggono delle considerazioni anche politiche che rimangono però senza una denuncia chiara.
Nell'occasione:
a) Apparati che dimostrano inefficienza anche se in grado di operare efficacemente
b) Ai vertici dei servizi, prevalenza di uomini della P 2 (chi li nominò?)
c) Poco prima erano stati smantellati apparati antiterrorismo, lasciando scoperta una attività di intelligence importante. Di chi fu l'iniziativa? (ispettorato antiterrorismo del questore Santillo, nucleo antiterrorismo del generale Dalla Chiesa)
d) Il comitato di crisi voluto da Cossiga era costituito da uomini P 2, (il senatore ha ricoperto incarichi vitali, si è dimostrato più volte difensore della massoneria e dei "piduisti" definiti patrioti). Grande difensore di Edgardo Sogno (Golpe Bianco)
e) I verbali di questo comitato sono scomparsi (?)
f) Si accenna come in altre parti al doppio giuramento per quanto riguarda gli adepti alla P 2, ma lo stesso vale per tutta la massoneria
g) I servizi non collaborano e per vie traverse si fanno intervenire mafiosi: (Una dimostrazione delle collusioni che col caso Cirillo viene ulteriormente provata.
h) A pagina 319 l'ipotesi che la commissione fa è sconvolgente, i depistaggi venivano addirittura commissionati all'esterno dei servizi tra delinquenti comuni (Chichiarelli - lago della Duchessa). Questi poi venivano ricattati per ottenere indulgenze su rapine. In questo vi è tutto il retroterra della collusione con la malavita comune (banda della Magliana) che si manifesta anche con la strage di Bologna.
10.Strage di Bologna. Secondo il relatore manca il disegno strategico, questo disegno è stato ampiamente descritto nei documenti sequestrati alla destra radicale, ed è all'interno degli atti giudiziari a cominciare dalla requisitoria dei giudici Dardani, Mancuso del 14.6.86, fino alla più recente del Gip Grassi del 3.8.94.
11.Descrive Fioravanti e la Mambro come elementi di punta dello spontaneismo armato, il loro curriculum è tutto un altro; Fioravanti viene definito il killer della banda della Magliana, molti suoi camerati lo definiscono killer della P 2. Gli stessi depistaggi dei servizi e della massoneria sono un elemento che nulla ha che fare con lo spontaneismo. La spiegazione che viene fatta alla fine pagina 358 serve anche per definire la caratura dei personaggi coinvolti, quando tratta di zona grigia non si comprende perchè non parla della banda della Magliana, del consolidato rapporto tra il Fioravanti ed i capi della stessa. La fase istruttoria fu rallentata da depistaggi di ogni genere, il relatore cita solo l’episodio del treno Taranto-Milano, ma la miriade di altri depistaggi, che videro parti dello stato estremamente attive, fu molteplice e molto significativa: la pista libanese, il supertestimone Ciolini, i vari testimoni pilotati, i tentativi di intimidazione nei confronti dei testimoni ecc. (vi è un processo in corso detto "dei depistaggi" sottoposto alla Cassazione per definirne la competenza), tutto ciò la dice lunga sullo spessore dei due terroristi e li colloca fuori dallo spontaneismo.
12.Viene citata la polemica strumentale inscenata dal comitato "E se fossero innocenti", non vengono citati tutti i depistaggi che hanno accompagnato le diverse fasi processuali, (caso Montorzi, caso Lazzarini) cosa che dà un altro spessore all’evento. In questa relazione si attinge in modo sostanziale dalle indagini del giudice Salvini, non si dimentichi che per la strage di Bologna il suo comportamento è stato molto scorretto cercando fino all’ultimo, (vigilia della sentenza della Cassazione), di trovare inesistenti alibi per i due esecutori.


Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
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