Nel manifesto stampato in occasione dell’undicesimo anniversario della strage terroristica compiuta in questa stazione il 2 Agosto 1980, è scritto: "La motivazione della sentenza emessa dal Giudice di Appello non risponde ai necessari requisiti di completezza, di correttezza e di logicità."
Con questo incancellabile giudizio iniziano i motivi di appello della Procura Generale della Repubblica di Bologna a sostegno del ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Bologna il 18 luglio 1990.
Dopo aver letto la motivazione della sentenza di appello ci siamo convinti della infondatezza delle ragioni esposte dalla Corte di Appello di Bologna, quasi che la sentenza risponda più a sporche ragioni di Stato che alle esigenze della giustizia.
Nei processi per stragi assistiamo ancora una volta ad un balletto di sentenze contrastanti pronunciate da Giudici che non sempre applicano le norme di diritto.
Ricorderete, per averla sottoscritta nel lontano 1984, la proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione del segreto di Stato, solo nei delitti di strage e terrorismo.
Il segreto di Stato aveva fermato molti Giudici intenti alla ricerca della verità.
Era nostro desiderio far approvare quella proposta di legge allo scopo di far cadere l’impunità e così evitare altre stragi; la proposta è rimasta proposta, le stragi sono continuate e temiamo che continueranno ancora.
L’art. 71 della Costituzione prevede che: "...il popolo eserciti l’iniziativa delle leggi mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli....".
La nostra proposta, di un solo articolo, firmata da centomila elettori, fu consegnata il 25 luglio 1984 all’onorevole Cossiga, allora Presidente del Senato.
Dopo aver dormito sette anni nei cassetti del Senato la proposta di legge è passata alla Camera dei Deputati modificata e resa peggiore di quella che desideravamo migliorare.
In questi sette anni, malgrado le sollecitazioni rivolte al Custode della Costituzione, nulla è stato fatto per rendere effettivo l’esercizio del diritto, riconosciuto al popolo, di dare corso alla iniziativa legislativa.
Nello stesso tempo sono state promulgate tre leggi a favore dei terroristi.
Pensiamo che non si voglia che vengano alla luce le radici della eversione.
Si ha il timore di dire che la nostra indipendenza non è completa, che la nostra volontà è limitata e che questa situazione ha favorito le stragi impunite.
Il 6 aprile scorso abbiamo inviato al Presidente della Repubblica una lettera nella quale indicavamo come e perché lui conoscesse la verità sulla strage, quella verità che da undici anni cerchiamo.
Per questa lettera un avvocato di Bologna ci ha denunciato; ci minaccia, si vuole intimorire chi ha diritto di chiedere giustizia.
Dopo la scoperta di "GLADIO", delle ragioni della sua esistenza, del suo scopo e del suo collegamento con i nostri Servizi segreti e con il Servizio segreto americano, CIA, siamo convinti che i documenti già resi noti sono idonei a stabilire da chi, come e perché il 2 Agosto 1980 sono stati condannati a diventare fantasmi 85 cittadini innocenti.
Alle 10,25 del 2 Agosto 1980, Presidente del Consiglio era l’onorevole Francesco Cossiga; egli a motivo del suo incarico istituzionale certamente sapeva e sa la verità sulla strage di Bologna.
Nessuna ragione umana o di Stato giustifica il terrificante atto terroristico; nessuna pietà, nessuna ragione umana o di Stato giustifica il silenzio con il quale si vogliono ancora coprire gli autori della strage di Bologna.
Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
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