2 AGOSTO 2001

COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DEL 2 AGOSTO 1980 LETTA NEL PIAZZALE DELLA STAZIONE CENTRALE DI BOLOGNA ALLE ORE 10,25 DEL 2 AGOSTO 2001



Sono passati 21 anni da quando nella sala d'aspetto di questa stazione scoppiò la bomba che causò 85 morti e 200 feriti.

Un micidiale ordigno che colpì anche il cuore della nostra Bologna, ma non la piegò. La dimostrazione è che ogni anno ci ritroviamo uniti, familiari delle vittime, feriti, cittadini e istituzioni, per ricordare e non far dimenticare quelle vite spezzate; per rammentare le responsabilità di chi ha commesso questo orrendo crimine.

A collocare la bomba furono i terroristi fascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. A depistare le indagini furono il faccendiere Francesco Pazienza, il gran maestro della loggia massonica P2 Licio Gelli, gli appartenenti al SISMI Servizio Segreto Militare: il generale Musumeci, il colonnello Belmonte, il capocentro del SISMI a Firenze Federico Mannucci Benincasa e l’intimo amico di Fioravanti ed esponente di spicco della Banda della Magliana, Massimo Carminati, recentemente tornato alla ribalta con la rapina al caveau del Tribunale di Roma.

Neofascisti, Loggia massonica P2, servizi segreti, banda della Magliana: una brutta storia italiana.

Una brutta storia che noi, familiari delle vittime, vogliamo conoscere fino in fondo. Dobbiamo avere la certezza, perché è nostro diritto, di poter arrivare, con mezzi democratici, a smascherare anche i mandanti, gli ispiratori politici della strage. È finito il tempo dell’attesa, vogliamo conoscere chi politicamente ebbe, quel 2 agosto 1980, la responsabilità di quell’immane eccidio .

Sono anni che lo chiediamo, anni che avanziamo da questo palco, le stesse richieste con il rigore e la coerenza che ci hanno sempre contraddistinti.

E’ forse troppo fornire queste risposte tanto attese, alle vittime innocenti?

No, è solo giusto.

Purtroppo, come sempre, c'è chi questa verità non vuole venga scoperta e divulgata, e tanti, troppi, remano in senso contrario al nostro.

Nel manifesto di quest’anno abbiamo scritto:







“ FARE CHIAREZZA SUI MANDANTI E' UN DOVERE ISTITUZIONALE

IL NUOVO PARLAMENTO NE SIA CONSAPEVOLE”



Abbiamo maturato la ragionevole convinzione che non sempre, anche al



massimo livello istituzionale, ci sia stata la consapevolezza della doverosità delle



risposte.



Hanno cercato di far credere che la chiusura degli anni di piombo si potesse



attuare liberando coloro che erano in carcere, questo è un modo per stravolgere la



storia del nostro paese e ferire mortalmente la democrazia.



Quegli anni e quel periodo si chiuderanno solo facendo i conti col nostro



passato, con la verità, smascherando e colpendo coloro che hanno utilizzato il



terrorismo e le stragi come strumento di lotta politica, i mandanti e gli ispiratori



politici.



Anche nell'ultimo anno molti terroristi hanno goduto di trattamenti favorevoli.

Tutto ciò crea confusione e smarrimento tanto da lasciare avanzare la tesi che venga così premiato il loro silenzio sui fatti gravissimi che hanno insanguinato la storia del nostro Paese.

Valga un esempio per tutti : i 2 esecutori materiali della strage, Fioravanti e Mambro, sono stati condannati complessivamente a 12 ergastoli e a più di 200 anni di carcere anche per reati che vanno dalla rapina al sequestro di persona, all'associazione per delinquere, alla droga. I feriti che hanno causato con le loro azioni criminali non si contano; hanno ucciso 98 persone: 85 nella strage alla stazione di Bologna e altre 13 che nessuno ricorda mai, e che vogliamo allora ricordare noi.

Sono: Roberto Scialabba, Antonio Leandri, Maurizio Arnesano, Franco Evangelista, Francesco Mangiameli, Enea Codotto, Luigi Maronese, Giuseppe De Luca, Marco Pizzari, Francesco Straullu, Ciriaco Di Roma, Alessandro Caravillani e, ultimo ma non meno importante, il giudice Mario Amato, uomo onesto e coraggioso che, da solo, a Roma, svolgeva le sue indagini sul terrorismo nero con rigore e serietà e per questo fu ucciso.







Ebbene la vita di ognuno di loro, per lo Stato italiano, non vale più di 2 mesi di detenzione: questo infatti è il tempo che Mambro e Fioravanti hanno scontato in carcere per ogni morte eseguita.

E mentre noi familiari delle loro vittime siamo ancora alle prese con le conseguenze fisiche e psicologiche delle loro imprese criminali, Mambro e Fioravanti, da tempo, di fatto liberi, pubblicano libri, sono trattati dai massimi quotidiani nazionali come

star, sono addirittura diventati dirigenti di un partito politico e sono la prova vivente che il crimine paga.

In un Paese ove due stragisti condannati per 98 omicidi diventano dirigenti di un partito politico, può veramente succedere di tutto.

Tutto ciò è inaccettabile, e fa pensare che la scritta che campeggia nelle aule dei Tribunali "La legge è uguale per tutti", non sia un intoccabile principio costituzionale, ma solo una sonora presa in giro.

Il Parlamento ha il dovere di porre rimedio a questa scandalosa situazione, per impedire che si affermi l'idea che vivere onestamente è inutile, e che ogni mezzo per arrivare al successo, anche l'omicidio o la strage, è lecito.

In un Paese civile chi sbaglia paga, e paga fino in fondo, e lo Stato assiste le vittime innocenti.

È scandaloso il trattamento riservato alle vittime dagli organi dello Stato che ancora oggi non hanno provveduto a sanare le loro dispute con il risultato che, dopo 21 anni, nonostante una legge approvata alla fine del 2000, le vittime non siano ancora tutte risarcite. È ora di mettere la parola fine su tutte queste lungaggini che sfiniscono chi è stato già più volte offeso.

Dall’aprile di quest’anno, grazie al lavoro della nostra Associazione, da tempo impegnata, assieme ad altre associazioni, nel difendere i diritti di tutte le vittime di delitti è stato insediato presso il Ministero della Giustizia “l’Osservatorio sui problemi e sul sostegno delle vittime dei reati”.

Tale Osservatorio dovrà valutare le diverse dimensioni delle esigenze e dei bisogni delle vittime con il coinvolgimento del sistema giudiziario; dovrà pertanto elaborare programmi di assistenza per le vittime, valutandone utilità, efficacia e legittimità, acquisendo conoscenza riguardo alle diverse fasi della vittimizzazione, attraverso elaborati piani d’azione, senza trascurare il livello legislativo, per









introdurre cambiamenti importanti su base nazionale. Si inserisce nella cultura della legalità, nei problemi della sicurezza e della qualità della vita.

È uno strumento utile per conoscere le problematiche delle vittime, e per elaborare proposte legislative che riconoscano loro almeno gli stessi diritti e le tutele riservate agli imputati e agli autori di reato.

Ci auguriamo che il nuovo Governo dia ampio sostegno a questo strumento che è costato anni di faticoso lavoro ai familiari delle vittime per la sua realizzazione.

Ai nuovi parlamentari ricordiamo che al Senato, da 17 anni, è depositata una legge di iniziativa popolare, presentata dall’Unione Familiari Vittime delle stragi, corredata da 100 mila firme, che deve essere ancora discussa.

Quella legge ha un titolo "ABOLIZIONE DEL SEGRETO DI STATO NEI DELITTI DI STRAGE E TERRORISMO".

I precedenti Parlamenti hanno dimostrato scarsa volontà di fare chiarezza, di mettere a punto quegli strumenti che permettano di colpire i mandanti e gli ispiratori politici delle stragi e di coloro che, per salvaguardare il loro potere, hanno costretto il Paese a pagare, con centinaia di morti e feriti, un alto tributo di sangue.

Il nuovo Parlamento deve inaugurare una stagione di verità, ove non vi sia più spazio per il segreto di stato nei delitti di strage e terrorismo e chi ha attentato alla vita democratica del Paese venga finalmente punito.

Finché ciò non avverrà non cesseremo la nostra denuncia, faremo tutto ciò che sarà possibile per smuovere la classe politica troppo spesso sorda, per farle assumere tutte le responsabilità; occorre uscire dalla logica che la verità sul terrorismo e sulle stragi sia un lusso che non possiamo permetterci, occorre prendere coscienza che giustizia e verità sono un diritto/dovere di tutti i cittadini e soprattutto di coloro che hanno responsabilità di governo e parlamentari.

Alla fine di giugno è stata emessa la sentenza di primo grado sulla strage di Piazza Fontana del 1969, che segnò l’avvio della strategia della tensione; tre terroristi fascisti sono stati condannati all’ergastolo. Finalmente dopo 32 anni uno squarcio di verità si è aperto su una vicenda in cui vi è stata una summa di depistaggi che hanno superato ogni più fervida immaginazione.

Questa sentenza rappresenta un altro significativo passo avanti nell'accertamento della verità sulle stragi in Italia e segue la sentenza per la strage di Via Fatebenefratelli









dove ancora una volta sono state accertate responsabilità di terroristi fascisti ed esponenti dei servizi segreti.

L'Onorevole Gaetano Pecorella Presidente della Commissione Giustizia della Camera, che oggi difende il latitante Delfo Zorzi condannato in quanto autore materiale della strage e l'Onorevole Taormina sottosegretario all'interno, hanno censurato giudici e sentenza schierandosi contro la verità e la giustizia.

Sulla stampa sono apparse delle dichiarazioni dell’Onorevole Gasparri, Ministro delle Comunicazioni, che ha detto che la vicenda non andava commentata perché tanto all’opinione pubblica queste cose non interessano più.

Dichiarazioni in contrasto con la pregevole proposta accolta favorevolmente dall'Unione delle vittime per stragi, del Sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca, di istituire un giorno della memoria per ricordare in tutte le Scuole del Paese quegli eventi.

Ci domandiamo perché un ministro si sia presa tanta responsabilità.

Un grande errore di valutazione da parte di chi spera che il tempo e l’oblio coprano i mandanti e gli ispiratori politici.

Voi che ci seguite da 21 anni ad ogni ricorrenza, che siete con noi in tutte le occasioni che si ripetono durante l’anno qui oggi siete la più clamorosa smentita di chi invoca l'oblio delle responsabilità e il sonno delle coscienze.

Siete la dimostrazione che il desiderio di verità e di giustizia va ben oltre certe affermazioni, ci date la forza di continuare in questa battaglia che sarà ancora lunga.

Sappiamo che tanti di voi erano impegnati nei soccorsi tra le macerie di questa stazione il 2 agosto dell’80 e portano nel cuore e negli occhi lo strazio di quel terribile giorno.

Ancora una volta tanti di voi hanno rinunciato a un momento di libertà o sono tornati dalle vacanze per essere a fianco dei familiari per condividere con loro questo triste ricordo.

Grazie di essere con noi e del sostegno che continuate a darci con la vostra presenza.


Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
c/o Comune di Bologna - P.zza Maggiore, 6 - 40124 Bologna (IT) - Tel. +39 (051) 253925 - Fax. +39 (051) 253725 - Cell. +39 (338) 2058295
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