LA GUERRA RIVOLUZIONARIA

Atti del Primo Convegno organizzato dall'Istituto Pollio


VOLPE EDITORE
 


Atti del primo convegno di studio promosso ed organizzato dall' istituto Alberto Pollio di studi storici e militari svoltosi a Roma nei giorni 3, 4 e 5 maggio I965 presso l' hotel Parco dei Principi
 

GIOVANNI VOLPE EDITORE ROMA

 

Indice

Eggardo Beltrametti: Presentazione
Gianfranco Finaldi: Inaugurazione del Convegno

PARTE PRIMA
Enrico de Boccard: Lineamenti ed interpretazione storica della guerra rivoluzionaria
Eggardo Beltrametti: La guerra rivoluzionaria: filosofia, lin guaggio e procedimenti
Accenni ad una prasseologia per la risposta

PARTE SECONDA
Vittorio De Biasi: Necessità di un'azione concreta contro la penetrazione comunista
Pino Rauti: La tattica della penetrazione comunista in Italia Renato Mieli: L'insidia psicologica della guerra rivoluzionaria in Italia
Renato Mieli: L'insidia psicologica della guerra rivoluzionaria in Italia
Marino Bon Valsassina: L'aggressione comunista all'economia italiana

PARTE TERZA
Carlo De Risio: Lenin, primo dottrinario della guerra rivoluzionaria
Giorgio Pisanò: Guerra rivoluzionaria in Italia I943-I945
Giano Accame: La. controrivoluzione degli ufficiali greci
Gino Ragno: I giovani patrioti europei
Alfredo Cattabiani: Un'esperienza controrivoluzionaria dei cattolici francesi

PARTE QUARTA
Guido Giannettini: La varietà delle tecniche nella condotta della guerra rivoluzionaria
Giorgio Torchia: Dalla guerra d'Indocina alla guerra del Vietf!am
Giuseppe Dall'Ongaro: Tre esperienze: la lezione di Berlino,Congo, Vietnam
Vanni Angeli L'azione comunista nel campo dell'informazione
Fausto Gianfranceschi: L'arma della cultura nella guerra rivoluzionaria

PARTE QUINTA
Ivan Matteo Lombardo: Guerra comunista permanente contro l'occidente
Vittorio De Biasi: La guerra politica, struménto dell'espansionismo sovietico. Il poliformismo dell'infiltrazione
Dorello Ferrari: Aspetti della guerra rivoluzionaria in Europa
Osvaldo Roncolini: L'aggressione comunista vista da un combattente
Pio Filippani Ronconi: Ipotesi per una controrivoluzione

PARTE SESTA
Adriano. Magi-Braschi: Spoliticizzare.la guerra
Eggardo Beltrametti: Sguardo riassuntivo
Documento conclusivo

Bibliografia
Indice dei nomi


Presentazione

Se noi volgiamo lo sguardo attorno a noi, vicino e lontano, constatiamo l'estensione e la globalità delle iniziative comuniste in tutto il mondo. Per quanto riguarda l'Italia dobbiamo anche aggiungere che l'iniziativa comunista si estende a quasi tutti i settori della vita pubblica e la sua infiltrazione ha carattere galoppante.
In questo quadro della situazione mondiale e nazionale sta la ragione per cui il Convegno di studio, promosso dall'Istituto «Alberto Pollio » di studi storici e militari, ha destato un vasto interesse, riconoscendo che la guerra, la terza guerra mondiale, è già in atto e si manifesta in modi vari ora appariscenti e cruenti, ora meno appariscenti ma forse più incisivi.
La pubblicazione di questi Atti non è dunque che il seguito logico dell'impegno degli organizzatori del I Convegno, i quali si proponevano appunto di promuovere lo studio critico della «guerra rivoluzionaria», cioè dell'offensiva planetaria del comun-ismo, avendo lo scopo di denunciare l'estensione e l'urgenza del pericolo che essa rappresenta e di cercare i mezzi più idonei per un'efficace difesa. Vi è quindi la speranza che le idee enunciate ed i suggerimenti proposti durante il I Convegno possano essere accolti e sviluppati e che possano essere di sprone a qualche pratica iniziativa.
Nel curare il volume abbiamo seguito il criterio di disporre le relazioni, gli interventi e le comunicazioni secondo un ordine inteso a raggruppare - nel limite del possibile argomenti affini, ed abbiamo diviso la materia in sei parti. Parimenti, al fine di rispecchiare fedelmente la fisionomia del dibattito e l'intensa partecipazione di tutti gli intervenuti, abbiamo voluto conservare agli interventi il loro carattere d'interventi parlati.
Infine vogliamo ringraziare la sensibilità dell'editore Giovanni Volpe, il quale non soltanto si è preso l'impegno non lieve di pubblicare i presenti Atti, ma ha anche fatto in modo che essi vedano la luce a meno di un mese dall'avvenimento.


EGGARDO BELTRAMETTI

 


Inaugurazione del Convegno
Relazione del presidente GIANFRANCO FINALDI
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Signori e cari Amici,

vi ringrazio anzitutto per avere aderito in così largo numero al nostro invito a partecipare, al primo convegno di studio indetto dall'Istituto Alberto Pollio di studi storici e militari. Convegno di cui vi dirò brevemente tra poco le intenzioni, la struttura ed i limiti. Alla presidenza del nostro incontro siedono persone la cui figura e il cui nome ci onora, e che desideriamo del pari. ringraziare con particolare calore. Essi sono il Consigliere della Corte d'Appello di Milano dottor Salvatore Alagna, il generale, Alceste Nulli Augusti e il dottor Adriano Magi Braschi.
Il Consiglio direttivo dell'Istituto ha poi pregato me di occuparmi della direzione del dibattito. Incarico che ho accettato con gioia e che cercherò di adempiere nel modo migliore che mi sarà possibile, con il ben più autorevole conforto degli 'amici che ho testé nominato, e ben consapevole. della responsabilità di dirigere un incontro al quale prendono parte persone di tanta qualità e di tanto prestigio.
Segretario del Convegno è l'amico avvocato Paolo Balbo, che pure fa parte del Consiglio direttivo dell'Istituto.
L'Istituto Alberto Pollio di Studi Storici e Militari, intitolato al nome di un grande capo militare e di un grande studioso di cose militari - alla memoria del quale intendiamo qui rendere omaggio - è sorto pochi mesi or sono, per iniziativa di alcuni amici, dediti con passione alle indagini su questi argomenti, con lo scopo di raccogliere, coordinare e convogliare energie, nel campo culturale, per l'approfondimento di alcuni temi che – a noi sembra – sono destinati ad incidere in modo straordinario e diretto sullo sviluppo delle idee e dei problemi del nostro tempo.
Il primo fra tali temi, è appunto quello proposto come argomento di questo nostro convegno. Vale a dire, la guerra rivoluzionaria.
Di questo noi ci occuperemo nelle tre giornate dei nostri lavori.
Di che cosa si tratta? Che cosa è la guerra rivoluzionaria? Qual è la dottrina della guerra rivoluzionaria? Quali sono i suoi precedenti ? Come si manifesta? Come è sorta? A che cosa tende? Quali sono i suoi prevedibili sviluppi? Come comportarsi nel quadro della guerra rivoluzionaria?
Questi sono sostanzialmente gli interrogativi principali ai quali il nostro convegno di studio dovrà dare – o almeno cominciare a dare – una risposta.
Non mi addentrerò, ovviamente, nel merito, neppure a titolo meramente introduttivo, giacché proprio a questo sono destinate le relazioni che vi verranno illustrate dai miei colleghi, e sulle quali si articolerà il dibattito del convegno.
Mi limiterò – intermini di estrema (ed anche approssimativa) sintesi – ad enunciare l'assunto principale, direi preliminare, dal quale tutti noi prendiamo le mosse.
L'assunto è questo. Mentre le opinioni pubbliche del mondo occidentale, e diciamo pure le classi dirigenti occidentali, elaborano in termini di angoscia una problematica della guerra nucleare, mentre esse si pongono di fronte al fenomeno guerra come di fronte ad un'eventualità di là da venire, ma è invece un fenomeno già in atto.
Noi affermiamo cioè (consentitemi questa immagine colorita, ma assolutamente non paradossale: una immagine che sentirete ripetere nel corso del convegno) che la terza guerra mondiale è già scoppiata, che essa si sta combattendo nel mondo, anche se, nel suo quadro, non è stata ancora usata l'arma atomica.
Non è ripeto una formula adottata per gusto di paradosso, ma è una enunciazione precisa, razionale, documentabile ed oserei dire scientifica. E' soprattutto una presa di coscienza.
Noi siamo sottoposti ad un'aggressione rivoluzionaria, in termini bellici, e dobbiamo anzitutto rendercene conto per poterci difendere.
Ecco dunque l'assunto, Noi affermiamo che è .in corso di svolgimento una vera e propria guerra guerreggiata, condotta secondo dottrine, tecniche, procedimenti, formule e concetti totalmente inediti. Una guerra rispetto alla quale tutti i vari conflitti (caldi o freddi) succedutisi in questi anni - dalla Corea al Vietnam, attraverso l'Indocina, l'Algeria, il Congo, il Venezuela, Cuba e cosi via - non rappresentano che altrettanti « episodi ».
Si tratta di un fenomeno nuovo che opera su scala mondiale, articolandosi - nel tempo e nello spazio - in manifestazioni di varia natura e intensità.
Simile nuovo tipo di guerra si chiama appunto «guerra non-ortodossa» o «guerra rivoluzionaria ».
La dottrina, la strategia, il concetto operativo, i procedimenti e le tecniche della guerra rivoluzionaria, sono stati elaborati, adottati e sperimentati dai comunisti in termini globali e su scala planetaria.
Ai principi della guerra rivoluzionaria è ispirata, comunque e dovunque la condotta non soltanto degli Stati comunisti, ma anche dei partiti comunisti che operano nei Paesi del mondo libero.
In tal modo, per i comunisti, la competizione politica - a livello internazionale, ed ai diversi livelli nazionali, cioè anche all'interno dei singoli Paesi non comunisti; compresa l'Italia è in ultima analisi un fatto bellico, avente come obiettivo la sconfitta totale dell'avversario.
Simile concezione, mentre consente una visione sistematica della presente realtà storico-politica, pone agli studiosi non comunisti Ce più in generale alle classi dirigenti non-comuniste) problemi interamente nuovi, in sede politica, tecnica, giuridica. e persino morale.
Vorremmo dire che si tratta di un modo completamente nuovo di considerare l'azione del comunismo, di collocarsi di fronte al comunismo.
Questo modo completamente nuovo consiste anzitutto nel rendersi conto che i comunisti applicano a tutti i livelli (su scala internazionale come su scala nazionale) una scienza bellica. Essi conducono cioè, non una lotta politica, ma, una guerra nel senso reale e non figurato del termine.
Da questo angolo visuale, per esempio, è possibile, inquadrare in un modo sistematico per quanto più direttamente ci riguar-da l'azione del partito comunista italiano.
Consentitemi un esempio. Abbiamo visto nei giorni scorsi partire una delegazione del legittimo governo del paese, alla volta degli Stati Uniti. Contemporaneamente, abbiamo visto partite ma delegazione politico-militare del partito comunista; alla volta di Hanoi, capitale del nord Vietnam, un paese che l'Italia non riconosce ufficialmente, e che essendo impegnato in guerra contro una nazione nostra alleata può essere considerato come nostro virtuale nemico. Di più. Il partito comunista ha formalmente annun-ciato di essere pronto ad allestire un corpo di volontari diretto nel Vietnam, «se quèsto sarà necessario e se sarà richiesto ». Al tempo stesso, il partito comunista ha lanciato un «prestito di guerra» a favore dei guerriglieri comunisti che si battono contro truppe di un paese al quale l'Italia è legata da un patto militare.
Cioè: il partito comunista si è comportato come se fosse investito di poteri statuali. Come se fosse uno Stato nello Stato.
Ecco un esempio straordinario caratteristico di condotta strategica della guerra rivoluzionaria.
Altri ve ne parleranno più diffusamente, inquadrando il fenomeno nel contesto di una relazione metodologica, sulle tecniche della guerra rivoluzionaria.
Ma qui faccio punto, altrimenti invaderei il campo degli amici e colleghi che successivamente vi illustreranno le loro relazioni e comunicazioni. Il tema del convegno è dunque sufficientemente definito. Debbo ora parlarvi dei suoi limiti, e vi prego di porgermi attenzione.
1) Questo nostro primo convegno di studio è propedeutico, Esso cioè - nelle intenzioni dei promotori - vuole limitarsi a definire l'argomento, ad impostarlo, a delinearne i contorni, sul terreno storico, sul terreno dottrinario, sul terreno tecnico. Esso vorrebbe contribuire anzitutto ad una presa di coscienza del fenomeno, e poi alla prima elaborazione di un linguaggio comune fra quanti si occupano in Italia di questo argomento.
2) Questo è un convegno di studio. Non è un convegno politico. Ad esso prendono parte persone oltremodo qualificate: studiosi, esponenti del mondo economico e imprenditoriale, intellettuali, giornalisti e osservatori militari. Non vi partecipano uomini politici in quanto tali, cioè in quanto militanti politici: dirigenti di partito o parlamentari.
L'esclusione vuole essere una limitazione intenzionalmente e responsabilmente posta a noi stessi, onde evitare facili scivolamenti nel campo della polemica politica attiva.
Si capisce che l'argomento è profondamente politico. Ma, proprio per questo, siamo decisi a mantenerlo su un piano che conveniamo di chiamare scientifico. Vi pregherei molto caldamente di tenere a mente simile limite.
3) Il convegno è' in una certa misura problematico. Esso non pretende cioè di dettare soluzioni, ma vuole bensì porre certi problemi, segnalarli alla attenzione di tutti noi, perché essi possano essere oggetto di un ulteriore approfondimento, di un esame più attento, di uno studio più articolato e conclusivo. Approfondimento, esame e studio che sfoceranno poi in un secondo convegno, a scadenza che ci auguriamo non lunga.
Cosi, per esempio, voi vedrete che taluni temi saranno appena accennati, appena sfiorati nelle relazioni e nelle comunicazioni; oppure soltanto posti in sede, appunto, problematica.
Il problema della fase italiana della guerra rivoluzionaria, per es. (A che punto è l'aggressione sovversiva al nostro Paese? Come si manifesta?).
Cosi, il problema della risposta, occidentale e italiana, alla guerra rivoluzionaria.
È per questo, per l'impostazione e l'approfondimento di simili temi, che !'Istituto Alberto Pollio annuncia fin da questo momento la formazione di una serie di gruppi di studio, ai quali sarà proposto, in modo organico e ben coordinato, di condurre indagini e ricerche, in vista di quello che sarà il nostro secondo incontro. Nel corso dei .lavori di questo convegno; contiamo di tornare su questo punto dei gruppi di studio con ,una comunicazione più precisa e circostanziata, nella quale diremo anche quale sarà l'articolazione dei gruppi stessi.
Intanto, un primo gruppo di studio, già è in funzione. Abbiamo qui fra noi venti studenti universitari che !'Istituto Pollio ha pregato - dopo una selezione di merito - di prendere parte ai lavori, appunto come gruppo. Essi porteranno avanti l'esame degli argomenti che qui saranno affrontati e ne faranno oggetto di ulteriori ricerche. L'Istituto Pollio, che qui li ringrazia pubblicamente, si sforzerà di aiutarli in ogni modo: facilitando le loro ricerche, promuovendo le loro sessioni di studio, ponendo a loro disposizione il materiale necessario, ed eventualmente provvedendo alla pubblicazione dei loro lavori.
Il gruppo di studio è coordinato dal dottor Dorello Ferrari, che fa parte del Consiglio direttivo dell'Istituto.
Qualche accenno, infine (ed ho finito) alla articolazione dei nostri lavori.
Ascolterete subito, questa mattina stessa, la relazlione di Enrico de Boccard, che sarà un po’ la vera introduzione al tema: Lineamenti e interpretazione storica della guerra rivoluzionaria.
Nel pomeriggio, alle ore 16, vi parlerà Eggardo Beltrametti, per quella che vorrei dire la relazione-cardine del nostro convegno: La dottrina della guerra rivoluzionaria.
Subito dopo, si inseriranno nel dibattito le prime, importanti comunicazioni: vi parlerà l'ingegner Vittorio De Biasi e poi il dottor Giuseppe Dall'Ongaro, inviato speciale di up. grande quotidiano, vi darà conto delle sue esperienze dirette in quelli che potremmo definire i «teatri d'operazione» della guerra rivoluzionaria « calda ».
Nella mattinata di domani, la terza relazione: le tecniche della g. r. Una relazione che si articolerà a più voci, per così dire, sulla base di uno schema che vi sarà illustrato dall'amico Guido Giannettini.
Nel pomeriggio, proseguirà l'illustrazione delle comunicazioni e si porterà avanti il dibattito.
Contiamo di concludere della serata di domani, con qualche breve replica dei relatori.
Infine una commissione, la composizione della quale vi sarà annunciata nel corso dei lavori, si occuperà (nella giornata di dopodomani, 5 maggio) di elaborare un documento conclusivo.
Delle principali relazioni, vi verrà consegnata una semplice traccia, per vostra memoria. Traccia che corrisponderà in modo soltanto sommario alle relazioni che ascolterete.
La pubblicazione completa e integrale degli atti del convegno con tutti i discorsi e tutti gli interventi, verrà invece curata dallo Istituto entro un tempo che ci auguriamo molto breve.
Debbo aggiungere che chiunque intenda prendere la parola, è pregato di farne richiesta alla Presidenza, usando i moduli che vi sono stati consegnati. La segreteria organizzativa del convegno è a vostra disposizione per qualsiasi occorrenza.
Ho finito. Non mi resta che augurare a tutti noi un buon lavoro e - dichiarando aperto il Primo Convegno di studio dello Istituto Pollio do senz'altro la parola al primo relatore Enrico de Boccard.

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